I resti della Villa di Massenzio si configurano come l’ultimo atto della trasformazione di una originaria villa rustica repubblicana (II secolo a.C.) che fu costruita in posizione scenografica sul declivio di una collina rivolta verso i Colli Albani. Nel II secolo sappiamo che la villa subì una radicale trasformazione ad opera di Erode Attico, che la inglobò nel suo Pago Triopio.
Ma chi era Massenzio? Massenzio è stato un imperatore romano, eletto nel 306 d.C., che si alleò con Costantino per consolidare meglio il suo potere. Ma il suo declino iniziò poco tempo dopo, quando Costantino si alleò successivamente con Lucio Domizio Alessandro e poi con il suo stesso padre Massimiano, costringendolo a venire alle armi nella celebre battaglia di Ponte Milvio, il 28 ottobre 312, data che segna la sconfitta di Massenzio contro Costantino e la morte dello stesso Massenzio che, secondo la leggenda, morì annegato nel Tevere. Questa data segna anche l’abbandono dell’impianto equestre voluto da Massenzio, addirittura si pensa che l’ippodromo non sia stato neppure mai usato. Il fondo successivamente passò al Patrimonium Appiae verso la fine del IV sec nel, cioè tra i patrimoni ecclesiastici.
La residenza di Massenzio comprendeva un magnifico palazzo, il mausoleo di suo figlio Valerio Romolo e un enorme circo “privato†per le corse dei cavalli. Il circo costruito in laterizio era lungo 465 m e largo 71 m, ma nonostante le dimensioni colossali, la capienza era di solo 10.000 persone. Una capienza abbastanza limitata che si spiega probabilmente perché l’impianto era destinato ad ospitare la “sola†corte imperiale e gli amici dell’imperatore, nulla in confronto al Circo Massimo che come capienza poteva ospitare fino a 150.000 spettatori.
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