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Storie di Roma

Il blog di Fabio Salemme su RomaGuideTour.it

Le Evoluzioni di Roma Medievale dal IV al X Secolo

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IV-V secolo

A differenza di quanto comunemente si crede, il declino delle strutture antiche di Roma iniziò già nel IV secolo d.C., quando vi fu un processo di trasformazione graduale delle aree urbane destinate a nuove funzioni. Il primo edificio a subire un cambio di funzione fu il Foro della Pace che fu occupato da edifici di scarso stile, costruiti con materiali riciclati provenienti dal Templum Pacis e dall’euripi stessi.

La forma degli edifici, così come la loro sistemazione intorno ad un’area aperta, ricordava quella degli impianti commerciali: l’Horrea e la Macella. Queste attività sono state spostate dalla vicina Horrea Piperataria, sulle cui rovine si stava costruendo la nuova Basilica di Massenzio.

Dopo la vittoria di Costantino e la fondazione di Costantinopoli, l’interesse per Roma è lentamente diminuito, così come la sua demografia. La costruzione delle basiliche per i martiri incoraggiò la popolazione della periferia, e incrementò le vie d’ingresso della città. Nel V secolo, una delle taberne del Foro di Cesare era occupata da una fornace metallica, che serviva a strappare le decorazioni, le statue in bronzo e le pinze che tenevano insieme i blocchi di pietra delle altre strutture depredate.

Numerosi fattori contribuirono al deterioramento delle strutture di Roma, tra cui gli editti emessi da Teodosio tra il 391 e il 392, che stabilirono che il cristianesimo era l’unica religione consentita. Questo evento ha portato alla chiusura e talvolta anche alla distruzione di vecchi templi pagani e di molti altri edifici.

Tour e visite guidate Roma e provincia - Roma medievale
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VI-VII secolo

I lavori di restauro della città furono ripresi solo nel VI secolo con Teodorico, come attestato dai francobolli in mattoni trovati con scritto il suo nome. Molti edifici antichi furono restaurati e protetti dalla distruzione, mentre altri che erano stati abbandonati subirono cambiamenti radicali. Un esempio fu il Foro della Pace, dove gli edifici commerciali del IV secolo furono rasi al livello del suolo, e nella vecchia piazza fu istituita una necropoli, forse collegata alla conversione di una Sala del Templum Pacis nella Chiesa dei Santi Cosma e Damiano di Papa Felice IV (il primo esempio di chiesa cristiana costruita nella zona centrale).

In questo periodo il Tempio di Marte Ultore nel Foro di Augusto fu parzialmente demolito per recuperare materiale da costruzione, fatto attestato da un’iscrizione su un tamburo a colonna, riferendosi alla proprietà del marmo: Pat(rici) Dieci, forse il Praefectus Urbis al tempo di Teodorico. Anche le rive e il letto del Tevere erano ancora curati, tanto che Procopio di Cesarea sosteneva di poter ancora vedere la nave di Enea.

Tutto questo cambiò con la Guerra Gotica (535-553), da cui Roma e l’Italia emersero devastate. Dopo la guerra, tutto cadde in rovina: le rive del Tevere riempite di mulini e l’abbandono delle cure per il suo letto ebbe un impatto negativo sui porti fluviali; i morti iniziarono ad essere sepolti all’interno del perimetro cittadino, pratica che aumentava con Papa Pasquale I, che trasferì le reliquie dei santi dai sobborghi alla città; le terme furono abbandonate a seguito del taglio degli acquedotti da parte dei Goti.

Nel corso del VII secolo molti edifici ai margini dei vecchi Fori Imperiali furono trasformati in chiese: la Curia Iulia divenne la Chiesa di Sant’Adriano al Foro, mentre il Secretarium Senatus divenne la Chiesa di Santa Martina, entrambe opere di papa Onorio I. Nel 608 d.C., l’imperatore bizantino Foca donò il Pantheon a Papa Bonifacio IV, che fu trasformato nella Chiesa di Santa Maria ad Martires l’anno successivo. Nel 663 la struttura fu spogliata delle piastrelle di bronzo che coprivano la cupola per ordine di Costante II, Imperatore d’Oriente.

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VIII-IX secolo

Con il progressivo distaccamento di Roma dall’Impero d’Oriente, il papato entrò in possesso delle vecchie proprietà imperiali della città. Il Liber Pontificalis, principale fonte della storia dell’Alto Medioevo, indica l’VIII e IX secolo come periodi caratterizzati da una serie di opere promosse dai papi, che cambiarono radicalmente il volto di Roma, attraverso un importante programma edilizio e urbanistico. Il primo a intraprendere questo progetto è stato Papa Adriano I, che mirava a ripristinare le strutture pubbliche, riorganizzare i servizi pubblici e creare nuovi complessi e realtà urbane.

In questo periodo nacquero nuove infrastrutture, come il sistema degli acquedotti che portava l’acqua dal Gianicolo alle terme e ai battisteri, compreso quello della Basilica di San Pietro, e furono restaurati i monasteri e le Mura Aureliane. In questo contesto, il Laterano divenne la grande residenza papale, il cui aspetto è evidente dalle fonti cartografiche che mostrano elementi fortificati e grandi sale di ricevimento.

Dal punto di vista architettonico, i lavori commissionati dal Papa si avvalgono dell’Opus Quadratum con grandi blocchi di tufo, estratti o recuperati, spesso dalle vecchie Mura Serviane, con doppio affaccio e nucleo di cemento. Per intraprendere tutte queste opere, serviva una grande quantità di materiale, recuperato dai vecchi Fori Imperiali, che nel IX secolo subì una razzìa generale che interessò soprattutto le coperture e le pavimentazioni.

L’area del Templum Pacis è stata utilizzata come luogo di discarica per detriti e macerie, compresi alcuni frammenti della Forma Urbis trovati in recenti scavi. Le elevazioni rimasero intatte, ma nelle vecchie piazze si formò una rete di strade acciottolate intorno alle quali sorgevano strutture medievali.

In questo periodo i Fori passarono da luoghi pubblici a privati, con la costruzione di case e orti. A metà del IX secolo, nel Foro della Pace furono creati un campo agricolo e terrazze in blocchi di tufo che correvano lungo le strade acciottolate. L’area del Foro di Nerva era occupata dalla Domus Solarate, ovvero con un piano superiore e portici, appartenenti alle classi superiori. La stessa sorte colpì il Foro di Cesare, utilizzato per la coltivazione di ortaggi, piante aromatiche e alberi, mentre in piazza, verso la fine del IX secolo, furono installate le Domus Terrinee, con un unico pavimento e in legno, appartenenti alle classi inferiori.

Nel Foro di Augusto, il podio del Tempio di Marte Ultore, demolito nel VI secolo, fu occupato dal Monastero di San Basilio in Scala Mortuorum, dedicato al fondatore del monachesimo orientale.

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X secolo

Nel X secolo, l’area del Foro di Traiano, divenuta paludosa, venne recuperata attraverso un sostanziale insabbiamento, su cui furono costruite chiese e case. In tutti i casi riportati (Forum di Cesare, Forum di Nerva e Forum di Traiano) non si trattava di insediamenti spontanei, ma di interventi urbani pianificati, che prevedevano la costruzione di interi lotti su aree pubbliche, precedentemente recuperati, e in aree di interesse paesaggistico, generalmente promossi da figure dell’aristocrazia laica o ecclesiastica.

Nel caso del Foro di Cesare, sappiamo che colui che promosse la costruzione dell’insediamento fu un certo Leone “Protoscrinarius Sedis Apostolicae“, che in seguito divenne Papa Leone VIII su ordine di Ottone I di Sassonia. La figura di Kaloleus, legata al principe Alberico, è invece collegata al Foro di Traiano.

Alla fine dell’VIII secolo si sviluppò un Burgus in Vaticano, che comprendeva diverse Scholae Cantorum (Saxonum, Longobardorum, Francorum e Frisonum), cinque monasteri, cinque diaconati, Xenodochia, ospizi, bagni e attività artigianali. Il Burgus era servito da uno specifico sistema stradale con asse principale il Porticus Sancti Petri, che collegava Ponte Elio con la Basilica di San Pietro.

La Scholae Cantorum, di cui non rimane nulla (tranne alcuni resti della Schola Saxonum sotto l’Ospedale di Santo Spirito in Sassia), aveva lo scopo di accogliere pellegrini provenienti da vari paesi del nord Europa, e per questo motivo avevano annessi chiese e altri servizi, e avevano milizie.

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Il 25 agosto 846 i Saraceni, sbarcati il giorno precedente alla foce del Tevere, dopo feroci scontri tra Ostia e Portus, risalirono il fiume e saccheggiarono le Basiliche di San Paolo e San Pietro. Le milizie della Schole Saxonum, Francorum e Frisonum hanno partecipato alla difesa del Vaticano. Il successo dell’assalto ha evidenziato sia lo scarso coordinamento delle contromisure attuate dai romani sia la mancanza di difese nell’area vaticano. Papa Leone IV si rivolse a Lotario, re dei Franchi, per ottenere finanziamenti per un’opera difensiva in Vaticano, già iniziata da Papa Leone III.

Fu così creato un circuito murario che dal Mausoleo di Adriano, allora fortezza, correva intorno alla Basilica di San Pietro, ed era dotato di cancelli: a nord la Porta San Pellegrino e la Posterula di Sant’Angelo per l’ingresso delle vie Cassia e Clodia, mentre a sud la Posterula dei Sassoni ha garantito per secoli il collegamento con Trastevere. Più tardi la Porta Pertusa fu aggiunta ad est e la Porta ad Torrionem a sud.

Questo intervento ha creato un nuovo centro urbano, la Civitas Leonina, che ha generato uno spostamento del centro di gravità verso l’area del Vaticano e il Campus Marzio. Lo stesso modello di mura costruite in Vaticano fu replicato intorno alla Basilica di San Paolo da Papa Giovanni VIII tra l’872 e l’882. Già nella tarda antichità la Basilica di San Pietro era stata collegata alle Mura Aureliane dal Porticus Sancti Pauli, lunga 2,5 km. Da questa operazione di fortificazione nasce il nuovo villaggio di “Johannipolis“.

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