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Storie di Roma

Il blog di Fabio Salemme su RomaGuideTour.it

Alcune Curiosità sul Pantheon a Roma

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Forse non sapete che il nome Pantheon deriva dal greco antico: Πάνθεων [ἱερόν], Pántheon [hierón], “[tempio] di tutti gli dei”; si tratta di un edificio della Roma antica situato nel rione Pigna nel centro storico, costruito come tempio dedicato a tutte le divinità (ma proprio tutte) del passato del presente e del futuro.

Pochi sanno che prima dell’attuale edificio commissionato dall’imperatore Adriano intorno al 112-115 e completato intorno al 124 d.C. c’era un altro edifico, distrutto da ben due incendi rispettivamente nell’80 e nel 110 d.C., e che avevano danneggiato seriamente la costruzione precedente costruita in età augustea e fondata nel 27 a.C. da Marco Vipsanio Agrippa, genero di Augusto.

Il Pantheon oltre ad essere un edificio preso a modello da architettura e arte moderna dal Rinascimento al XIX secolo, è anche un edificio ricco di simbolismo; al suo interno la cupola è decorata da cinque ordini di ventotto cassettoni; ventotto è un numero “magico”, che nell’antichità era considerato perfetto, dal momento che si ottiene dalla somma 1+2+3+4+5+6+7 e che il 7 è un numero che indica perfezione. Inoltre il 7 ritorna anche nei sette i pianeti visibili ad occhio nudo ma anche nella storia di Roma e nella sua geografia (7 re di Roma e i 7 colli).

Questo edificio è collegato ad una celebre pasquinata (poesia satirica che prendeva in giro i potenti) come quella forse più famosa di tutte che recita Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini (ciò che non fecero i barbari, lo fecero i Barberini). Questa frase faceva riferimento al prelievo del bronzo contenuto nelle travature della trabeazione del Pantheon, voluto da un papa, Urbano VIII. Quest’ultimo commissionò poi al Bernini la costruzione del monumentale baldacchino (con una parte del bronzo prelevato) che ancora oggi è conservato al centro della Basilica di San Pietro in Vaticano.

Ultimamente questa celebre pasquinata sembra essere smentita da un documento che riporta la gratitudine della popolazione romana e il plauso di numerosi artisti contemporanei nei confronti del pontefice, che utilizzà le travi di bronzo della trabeazione dell’ingresso del Pantheon (sostituite con altrettanto valide travi di legno) non solo per far realizzare al Bernini un’opera che ancora oggi è ammirata e studiata in tutto il mondo ma anche 80 cannoni a difesa di Castel Sant’Angelo, migliorando così la sicurezza della città eterna e le sue difese al di là del Tevere.

Tra le varie curiosità legate al Pantheon c’è anche una “leggenda”, quella secondo cui la pioggia non entra attraverso il grande buco posto alla sommità della cupola del Pantheon. In realtà si tratta di una semileggenda metropolitana, perchè fino a quando il Pantheon era illuminato con candele e torce, queste potevano frenare o nebulizzare la discesa della pioggia. L’aria che entrava dal portone veniva riscaldata da torce e candele risalendo tipo effetto camino e frenando un pioggia leggera; ma nel caso di precipitazioni copiose e imponenti l’acqua entrava sicuramente dall’Oculus, per poi essere smaltita attraverso una leggera concavità nel pavimento che attraverso alcuni buchi convogliava le acque piovane nelle fogne di Roma.

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Dall’Oculus del Pantheon non entra solo pioggia ma anche petali di rosa. Ogni anno durante la Pentecoste si organizza una vera e propria pioggia di petali di rosa rossa che entra nel Pantheon, uno spettacolo suggestivo e sicuramente spettacolare. Immaginiamo una vera e propria cascata di petali rossa che cadono dall’Oculus centrale al termine della messa della Pentecoste, una ricorrenza speciale che cade nel cinquantesimo giorno dalla Pasqua. Per tale motivo, la Pentecoste ogni anno cade in una data diversa, proprio perché è fortemente vincolata al giorno di Pasqua (nel 2022 è stata domenica 5 giugno).

Questa nella tradizione cristiana commemora la discesa dello Spirito Santo sulla Madonna e sugli Apostoli raccolti nel cenacolo, ma ha anche un significato religioso legato alla risurrezione. La cerimonia della Pentecoste al Pantheon si divide in 2 momenti fondamentali: la funzione religiosa al mattino (in genere alle 10:30), a cui segue a mezzogiorno (alle 12:00 in punto) il lancio di migliaia di petali di rosa rossa (12 sacchi).

La pioggia di petali rossi è gestita dai vigili del fuoco che, dopo aver raggiunto la sommità della cupola del Pantheon ad un’altezza di circa 43 metri, fanno piovere migliaia di petali di rose rosse sui fedeli, gettandoli dall’Oculus o occhio del cielo, l’apertura circolare di 9 metri di diametro che irradia luce e calore all’interno del Pantheon. Questa cerimonia ha quasi duemila anni; è stata sospesa per molti anni, è ripristinata solo nel 1995.

Qualcuno potrebbe chiedersi perché proprio le rose? Perché per i primi cristiani a Roma, la rosa oltre ad essere simbolo di amore, rappresentava anche lo Spirito Santo ed era il simbolo del sangue versato dal Crocefisso per la redenzione dell’umanità. Originariamente i petali di rose venivano fatti cadere sui fedeli dal lucernario della cupola dell’antico Pantheon, diventato Santa Maria dei Martiri, e rappresentavano le lingue di fuoco della Sapienza.

La pioggia di petali rossi al Pantheon durante la Pentecoste non è però l’unica pioggia di petali della Capitale. Ogni 5 Agosto è possibile assistere alla pioggia di petali di rose bianche a Santa Maria Maggiore a Roma, per ricordare la nevicata miracolosa che indicò a Papa Liberio il luogo preciso dove si sarebbe dovuta costruire la chiesa, per volere della Madonna a cui fu dedicata la chiesa. I petali utilizzati a Santa Maria Maggiore sono petali di rose mariane, la rosa legata alla Madonna nella tradizione cristiana (rosa mistica), di colore bianco come richiamo alla purezza.

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