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Storie di Roma

Il blog di Fabio Salemme su RomaGuideTour.it

Il Commercio Fluviale del Porto di Ripa nell’Antica Roma

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Negli articoli di Romaguidetour abbiamo più volte parlato dei vari quartieri e rioni di Roma tra questi vi abbiamo anche parlato di uno dei quartieri più scenografici e caratteristici di Roma, Trastevere. Quello che forse non sapete è che Trastevere è un quartiere veramente grande, tanto grande da comprendere diversi Rioni. Oggi vi parleremo di uno dei principali Rioni di Roma, il Rione Ripa famoso soprattutto perché qui c’era un’importante porto fluviale e un importante scalo commerciale di Roma fino al XX secolo.

Partendo dalle origini del Rione Ripa, sappiamo che esisteva già dai tempi di Augusto; in questo periodo la zona del Rione Ripa era rimasta al di fuori della città vera e propria. Soltanto dalla fine dell’età repubblicana il quartiere di Trastevere si andò coprendo di edifici utilitari e di case d’abitazione, quest’ultime destinate a lavoratori e piccoli commercianti, attirati dall’attività economica del fiume e delle vicine installazioni.

In età imperiale e con la progressiva crescita dell’urbe il Rione Ripa si trasformò in un immenso quartiere dove abitavano vasai, operai delle manifatture del cuoio (“coriaria“), dell’avorio, ebanisti, mugnai dei molini ad acqua sul Tevere (“molinae“), facchini degli infiniti magazzini e depositi, fornaciai delle fabbriche di laterizi dei Monti Vaticani (alcune di queste attive fino a pochi anni fa).

Nella nostra passeggiata per il Rione Ripa cercheremo quindi di districarci tra le tante stradine e viottoli che caratterizzano questo angolo di Trastevere a contatto diretto con il fiume, partendo dai suoi simboli più caratteristici.

Uno degli elementi più caratteristici del Rione Ripa non poteva non essere il suo confine, e una delle porte d’accesso alla città, la famosa Porta Portese. Porta Portese fu costruita nel XVII secolo in sostituzione dell’antica “Porta Portuensis” (dalla quale ne deriva il nome per deformazione), che si apriva nella cinta delle Mura Aureliane. La Porta Portuensis era posta un centinaio di metri più a sud dell’attuale Porta Portese, e prendeva il nome dalla “Via Portuensis” su cui usciva per condurre al Porto di Claudio e al bacino navale del Porto di Traiano.

Successivamente, gli imperatori Onorio e Arcadio, nel V secolo d.c, effettuarono importanti lavori di rinforzo e restauro per l’intera Cinta Aureliana per far fronte ad eventuali attacchi dei Goti. Sappiamo che gli originali doppi accessi di molte porte furono ridotte ad un solo accesso, mentre la Porta Portuensis fu l’unica che mantenne i due fornici originari, per agevolare maggiormente i traffici commerciali con Portus, la città sorta tra le due zone portuali volute da Claudio e Traiano (nell’odierna Fiumicino). Il portale che ammiriamo oggi si deve far risalire al 1643, quando Papa Urbano VIII commissiono il nuovo portale a due architetti, Giulio Buratti e Marcantonio De Rossi, con l’intento di racchiudere entro le mura il Gianicolo.

Porta Portese è anche famosa per il conosciutissimo mercato della domenica, decantato da Claudio Baglioni nella celebre canzone, Porta Portese.

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Non distante da Porta Portese sorgeva il più importante porto fluviale di Roma, il Porto di Ripa. Originariamente lo scalo commerciale di Roma, l’Emporium, era collocato sulla sponda opposta. La creazione dell’Emporium si può far risalire all’inizio del II secolo a.C., in seguito all’impetuoso sviluppo economico e demografico dell’Antica Roma, che portò all’abbandono del vecchio porto Tiberino, oramai inadatto e senza possibilità di espansione verso il retroterra.

L’Emporium dell’Antica Roma era costituito da in un edificio con file di ambienti disposti su tre piani ed una banchina lunga circa 500 metri e profonda 90. Si trattava di un esteso molo costituito da una serie di concamerazioni, con una banchina pavimentata da grandi lastre di travertino ed utilizzata come piazzale di scarico e di smistamento. Tutto questo complesso era circondato da serie di magazzini coperti a volta (“Horrea“), aperti verso il quartiere commerciale del Testaccio. Nelle horrea i piani inferiori erano utilizzati per lo stivaggio di merci pesanti mentre quelli superiori utilizzati probabilmente come uffici e stanze di stivaggio delle merci di peso inferiore.

L’attività dell’Emporium andò avanti fino all’entrata in funzione dei grandi porti di Claudio e Traiano ad Ostia. In un primo momento l’Emporium fu utilizzato come il terminale urbano delle attività commerciali dei grandi porti marini, ma successivamente fu ridotto ad un semplice deposito di materiali, specialmente di marmi (tanto da far nascere il nome di “Marmorata” alla Ripa ed alla Via) e, tra la prima metà del II secolo d.C. e la metà del III, di anfore usate e rottamate, soprattutto per la grande importazione di olio dalla Spagna, così da dare vita alla collina artificiale del Monte dei Cocci a Testaccio.

A partire dal IX-X secolo gli scali fluviali si trasferirono su questa sponda, quella che poi si chiamò “Ripa Romea” dai pellegrini che giungevano a Roma (ovvero i “romei“). Sappiamo che originariamente questo porto era assai modesto, ovvero si trattava di una piccola banchina ed una scaletta che la univa al piano stradale, ma con l’aumentare dei traffici, si passò ad un assetto più “pratico”: due scale poste una di fronte all’altra ed alcune casette, situate in prossimità del fiume, adibite ad Uffici della Dogana. In questo porto potevano attraccare solo imbarcazioni di medio tonnellaggio mentre quelle di stazza maggiore dovevano scaricare le merci a Fiumicino, per poi essere trasportate in città risalendo il fiume su piccoli bastimenti trainati da bufali lungo la riva destra del Tevere o tirati mediante robuste funi da lunghe file di uomini detti “pilorciatori” (da cui il termine “spilorcio” nel significato traslato di “tirato“, ovvero avaro).

Il Porto di Ripa venne in seguito abbandonato per poi scomparire, sia per i lavori di costruzione della linea ferroviaria Roma-Civitavecchia, che portava più facilmente le merci a Roma, sia per la realizzazione dei “muraglioni” per proteggere la città da future esondazioni del fiume Tevere. Abbiamo pubblicato un paio di immagini che ritraggono il vecchio Porto di Ripa abbandonato, che abbiamo trovato su siti tipo RomaNascosta e RomaScomparsa.

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