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Il blog di Fabio Salemme su RomaGuideTour.it

La Basilica di Santa Croce in Gerusalemme e la Cappella delle Reliquie

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La Basilica di Santa Croce in Gerusalemme rappresenta una delle sette chiese di Roma parte del tradizionale itinerario di pellegrinaggio reso celebre da San Filippo Neri (giro delle 7 chiese). La chiesa fu edificata a partire dal IV secolo presso il Palazzo del Sessorium, residenza di Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, nei pressi del Laterano. L’edificio faceva parte di un complesso residenziale di epoca imperiale edificato da Settimio Severo e terminato da Eliogabalo all’interno degli Horti Variani, situati all’estremità sudest della Regio V Esquiliae di Roma, presso l’Acquedotto Claudio. Verso la fine de III secolo la cinta delle Mura Aureliane incorporò la maggior parte del Palazzo del Sessorium, e trasformando in bastione l’Anfiteatro Castrense, attualmente occupato dall’orto del Convento di Santa Croce in Gerusalemme.

Il nome Sessoriano viene da latino sedeo, ovvero “siedo” (cfr. italiano “sessione”), poiché in epoca tardo imperiale il consiglio imperiale usava riunirsi in una sala del palazzo. La grande sala rettangolare era lunga 36 metri e larga 22, e veniva probabilmente utilizzata come luogo di rappresentanza. La sala era originariamente coperta da un soffitto piano, illuminata da venti finestre collocate cinque su ogni lato, arricchita da una pregevole decorazione marmorea nel registro inferiore. I resti di questa sala verranno trasformati nell’attuale basilica cristiana. La basilica, definitivamente ristrutturata nel XVIII secolo da Papa Benedetto XIV, prese così il nome di Santa Croce in Gerusalemme, e incorporò tutti gli edifici del Sessorium.

La Basilica di Santa Croce in Gerusalemme non fu costruita per onorare la memoria dei martiri, come era tradizione, ma esclusivamente per conservare una parte della Croce di Gesù, insieme ad altre Reliquie della Passione che, secondo la tradizione cristiana, Sant’Elena fece trasportare a Roma di ritorno dal suo viaggio in Terra Santa, nel 325 d.C.

La Basilica di Santa Croce in Gerusalemme fu quindi pensata fin dall’inizio come un grande reliquiario, destinato a custodire testimonianze preziose della passione di Gesù. La basilica viene detta “in Gerusalemme” a causa della presenza di terra consacrata del Monte Calvario che fu posta alla base delle fondamenta, terra trasportata sulle navi assieme alle stesse reliquie della Croce.

Per questo la chiesa, fin dal medioevo, fu chiamata semplicemente “Hierusalem”. Per la devozione popolare, visitare la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme significava mettere piede nella stessa città santa di Gerusalemme. Benché la chiesa abbia dignità di basilica minore e sebbene fosse situata ai margini di Roma, la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme diventò meta di costante pellegrinaggio, grazie all’enorme importanza storica delle reliquie che custodiva.

Tour e visite guidate Roma - Basilica Santa Croce in Gerusalemme e Sala delle Reliquie
Tour e visite guidate Roma - Basilica Santa Croce in Gerusalemme e Sala delle Reliquie
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Per tutto il periodo del Medioevo la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme fu meta di pellegrinaggi, particolarmente di tipo penitenziale, specialmente durante la Quaresima. Il Venerdì Santo i papi stessi percorrevano a piedi scalzi, in segno di penitenza, la strada che congiunge la Cattedrale di San Giovanni in Laterano (presso cui i papi risiedevano all’epoca) alla Basilica di Santa Croce in Gerusalemme per adorare la Reliquia della Croce di Gesù. Questa tradizione è poi stata ripresa dal Messale Romano e integrata nella Liturgia del Venerdì Santo, che prevede un momento di adorazione della croce.

Tra le varie curiosità sulla Basilica di Santa Croce in Gerusalemme possiamo fare riferimento a due date: il 1798 e il 1870. Nel 1798 la basilica fu saccheggiata dai soldati francesi durante l’invasione napoleonica; furono rubati i preziosi reliquiari d’oro che custodivano i frammenti della Croce, il chiodo e le spine. Gli attuali reliquiari, risalenti al 1804, sono opera di Giuseppe Valadier.

Nel 1870, dopo la breccia di Porta Pia e la caduta dello Stato della Chiesa, l’intero complesso di Santa Croce in Gerusalemme fu confiscato e incamerato nei beni dello Stato italiano, e non fu mai restituito alla Santa Sede. Ai monaci fu concesso di restare ad abitare nel monastero e officiare le Sante Messe nella basilica, ma, per alcuni decenni, parte del monastero venne utilizzata come caserma. La basilica e l’intero complesso di Santa Croce sono a tutt’oggi proprietà dello Stato italiano.

La Basilica di Santa Croce in Gerusalemme è frutto di una serie di stratificazioni architettoniche riconoscibili già dall’ingresso, caratterizzato da un atrio a pianta ellittica, con una piccola cupola sostenuta da pilastri e colonne in granito, che erano originariamente collocate all’interno della basilica paleocristiana.

L’interno della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme è suddiviso in 3 navate da 8 antiche colonne di granito e 6 pilastri, 4 dei quali inglobano altrettante colonne originarie. Nel presbiterio è possibile incontrare un ciborio del ‘700 al cui interno vi è l’urna in basalto che accoglie le spoglie di San Cesario di Terracina (santo tutelare degli imperatori romani, i “Divi Cesari“) e di Sant’Anastasio martire.

Gli affreschi del catino absidale della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme vengono attribuiti ad Antoniazzo Romano e a Marco Palmezzano. Il ciclo pittorico racconta le vicende del ritrovamento della Croce secondo la Legenda Aurea di Jacopo da Varazze, che fu molto popolare nel medioevo. La ristrutturazione settecentesca portò ad un totale rinnovamento anche nell’ambiente interno della basilica, che fu decorato nella volta da tre grandi tele del molfettese Corrado Giaquinto, uno degli artisti più celebrati dell’epoca.

Tour e visite guidate Roma - Basilica Santa Croce in Gerusalemme e Sala delle Reliquie
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Scendendo nei sotterranei della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme è possibile trovare la pregevolissima Cappella di Sant’Elena risalente all’inizio del XVI secolo. Dell’originale cappella paleocristiana, con rivestimento musivo dell’epoca di Valentiniano III, non è rimasta traccia a seguito dei lavori di ristrutturazione del rinascimento. La volta è però decorata con mosaici di Baldassarre Peruzzi realizzati verso il 1507-1508 (forse in parte su disegno di Melozzo da Forlì), mentre Giuliano da Sangallo ne modificò l’architettura e gli accessi verso il 1519-1520.

Sul pavimento della cappella una lapide ricorda che qui fu cosparsa la terra del Monte Calvario, portata a Roma da Sant’Elena. Nella cripta è la statua romana di Giunone, rinvenuta ad Ostia e trasformata nella effigie di Sant’Elena con la sostituzione della testa e delle braccia e l’aggiunta della croce. Le guide dei pellegrini tardo-medioevali consideravano questa cappella così santa che non vi era consentito l’accesso alle donne, divieto che era applicato anche alla Cappella del Sancta Sanctorum nei Palazzi Laterani.

La Cappella di Sant’Elena custodì le reliquie della crocifissione per più di sedici secoli; solo nel 1930 le reliquie furono trasferite nella nuova Cappella delle Reliquie, ricavata dall’antica sagrestia della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, opera dell’architetto Florestano Di Fausto, per essere esposte in maniera permanente alla venerazione dei pellegrini. Fino ad allora infatti, le reliquie venivano esposte solennemente soltanto tre volte l’anno: il Venerdì Santo, per la festa dell’Esaltazione della Santa Croce (14 settembre), e per la festa dell’Invenzione della Croce. “Invenzione della Croce” è una sfortunata derivazione diretta dal latino “Inventio Crucis”, che significa “ritrovamento della croce”. Papa Giovanni Paolo II definì la Cappella delle Reliquie vero “Santuario della Croce” nel corso della sua visita pastorale il 25 marzo 1979.

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