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Storie di Roma

Il blog di Fabio Salemme su RomaGuideTour.it

Calzolai e Calzature nell’Antica Roma tra Moda e Status Symbol

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Diversi articoli fa, qui sul nostro blog, vi abbiamo parlato della Via Appia Antica e i suoi “morti parlanti” attraverso le lapidi e i mausolei. Il protagonista della nostra storia di Roma di oggi e il calzolaio Caius Iulius Helius, la cui lapide sulla Via Appia Antica mostra in bella vista calzari che identificano il personaggio con il mestiere di calzolaio.

Sappiamo che la bottega del calzolaio Caius Iulius Helius si trovava presso Porta Fontinalis nei pressi del Campidoglio e rientrava nella zona del Campo Marzio. Caius Iulius Helius faceva parte delle corporazione dei Sutorium Atrium, impegnata nelle cerimonie con le quali si inauguravano le stagioni dedicate alle campagne militari. La cerimonia consisteva nel lavaggio sacro (lustrium) delle trombe da guerra (tubae) oltre che di armi, e spesso anche degli animali che sarebbero andati in prima linea di combattimento.

La purificazione mediante lavaggio sacro avveniva nell’Atrium Sutorium, per l’appunto la sede della congregazione dei calzolai, e veniva solitamente accompagnata da sacrifici e giochi, mentre i Salii, i sacerdoti del culto di Marte, giravano per la città danzando. Questa celebrazione avveniva all’inizio della primavera, in quanto la preparazione rituale degli strumenti militari ricordava l’inizio del periodo in cui in antichità venivano combattute le guerre dell’antica Roma; le ostilità belliche iniziavano infatti generalmente nel mese di marzo (il mese dedicato a Marte dio della guerra) e terminavano, in maniera abbastanza conveniente, ad ottobre, prima dell’inizio della stagione fredda. Questo dettaglio ci permette anche di capire perché i legionari dell’antica Roma indossavano sandali tipo caligae caratterizzati da strisce di cuoio e raramente li si vede ritratti con stivali, dato che normalmente il soldato romano operava in climi mediterranei e in periodi non invernali.

Nelle botteghe dei calzolai dell’antica Roma però non era tutto rose, fiori e momenti di spensieratezza in vista di una festa, ma spesso il lavoro nella bottega era caratterizzato da duro lavoro, con i diversi collaboratori (spesso schiavi) che aiutavano nel lavoro del maestro, che spesso poteva essere irascibile e violento nelle maniere.

Ma cosa indossavano gli antichi romani e quali erano le calzature più diffuse nell’antica Roma? Si potrebbe dire innanzitutto che i Romani amavano (come noi oggi), cambiare forme e modelli delle calzature, che consideravano veri e propri status symbol, soprattutto perché schiavi e umili camminavano scalzi, mentre i patrizi e le persone di un certo livello sociale indossavano i calcei, calzature simili a bassi stivaletti, spesso vivacemente colorate se indossate da donne.

Le fonti tramandano una curiosità: i sandali spesso erano attrezzati sul lato inferiore della suola con chiodini disposti in maniera da lasciare sul terreno un’impronta. Di fatto, i chiodini nelle suole offrivano anche una maggior presa, un po’ come quelli delle scarpe di atleti e calciatori di oggi, soprattutto considerando che la maggior parte dell’ambiente era rurale e che le strade, a parte quelle dei centri più importanti, non erano pavimentate. Ma gli antichi romani, attenti ai dettagli soprattutto in termini di moda e di classe sociale,  non si fecero scappare l’occasione di trasformare anche le suole in un fattore di moda e di status symbol. Infatti, nel caso di calzature di cortigiane ad esempio, i chiodini lasciavano sul suolo la scritta seguimi, mentre per soldati e gladiatori spesso i chiodini erano disposti in modo da lasciare simboli di guerra, o immagini di armi, o odi al dio Marte,

I calcei maschili erano spesso abbinati alla toga, e coprivano il piede fino alla caviglia. I senatori spesso sfoggiavano alti gambali di pelle nera e morbida, una sorta di stivale chiuso lateralmente da stringhe che connotavano le classi più elevate (patrizi, senatori e imperatori). Ai vertici della gerarchia sociale dell’impero romano si portava un tipo di calceus detto mulleus, fatto con un raffinato cuoio rosso. I cittadini comuni invece indossavano il pero, fatto con un cuoio spesso e grosso tipico di contadini e montanari.

A questo si deve aggiungere che anche allora le mode condizionavano gli stili di vita, come quando le mode erano provenienti dall’estero, spesso dall’oriente e soprattutto da Grecia e Egitto. Da qui si esportarono con successo a Roma diversi modelli di calzature, a partire dalle crepide e dalle bazae, mentre il calceus fu sostituito dalla caliga e successivamente dal campagus. sandali veri e propri che lasciavano il piede scoperto, nati come calzature militari, in quanto poggianti su una suola piuttosto robusta su cui erano piazzate fitte file di chiodi.

Insomma la scarpa non è mai stata soltanto un accessorio sin dall’antichità, e addirittura Platone definiva l’arte del calzolaio una vera e propria scienza. Con la sua foggia o i suoi colori, questo indumento raccontava tutto della persona che le indossava: il sesso, la condizione economica, la posizione sociale e il lavoro. Per certi versi, almeno nel campo della moda, ci sono cose che non sono per nulla cambiate nel corso degli ultimi 2000 anni.

Scopri altri aneddoti e curiosità sui luoghi, i personaggi e le vicende della Città Eterna seguendomi nella mia visita guidata alla Roma Archeologica, nel mio classico tour sull’Appia Antica, o in un altro dei miei popolari tour e visite guidate a Roma e provincia.

RomaGuideTour - Visite guidate a Roma e provincia | Calzolai e calzature utilizzo e moda nell'antica Roma imperiale
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