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Storie di Roma

Il blog di Fabio Salemme su RomaGuideTour.it

Una passeggiata tra le Chiese Barocche di Roma [parte 1/2]

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Siete pronti per una nuova passeggiata con RomaGuideTour alla scoperta delle bellezze della città di Roma? Oggi vi porteremo a fare una lunga passeggiata che, benché non sia inclusa ufficialmente tra i nostri tour e visite guidate a Roma, uno dei tour “fuori menu” che ci viene spesso richiesto in vari tour privati romani, un itinerario facilmente percorribile a piedi alla scoperta delle chiese barocche di Roma. In realtà mentre è vero che l’itinerario può essere facilmente percorso a piedi, c’è da dire che vi proponiamo un itinerario che, se volete davvero godervi ogni singola destinazione, non riuscirete a fare in un solo giorno. Per questa ragione spezziamo la passeggiata in due parti, la seconda parte sarà pubblicata con il nostro prossimo articolo blog, promesso. [Aggiornamento: ecco il link alla seconda parte dell’itinerario chiese barocche di Roma].

L’itinerario della nostra passeggiata alla scoperta delle chiese barocche di Roma ci porterà alla scoperta delle Chiese di San Bernardo, Santa Susanna alle Terme di Diocleziano, Santa Maria della Vittoria, Sant’Andrea delle Fratte e Sant’Ignazio da Loyola, tutte chiese dell tardo 1500 e soprattutto del ‘600 romano, periodo appunto noto come Barocco, forse il periodo più florido per la Santa Romana Chiesa e per la Città Eterna, ma anche il picco di una lenta decadenza che sposterà il centro dell’arte da Roma in tante altre cittù d’Europa e poi oltre oceano.

Il nostro percorso parte anche questa volta in prossimità della Stazione Termini, ottimo punto di arrivo e partenza a Roma per i collegamenti per gli aeroporti di Roma e data la presenza del principale nodo ferroviario italiano. Non solo tutte le strade portano a Roma, anche tutte le rotaie…

RomaGuideTour - Visite guidate a Roma | Itinerari romani: Chiese barocche di Roma
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La prima chiesa del nostro tour barocco romano si trova in prossimità di Piazza dell’Esedra e della Basilica degli Angeli e dei Martiri in Piazza dell’Esedra, di cui vi abbiamo già raccontato nel nostro articolo sugli itinerari romani nelle immediate vicinanze dei punti di arrivo a Roma, Cosa visitare nelle vicinanze della Stazione Termini. Costeggiando la piazza a destra tenendosi alle spalle la stazione Termini, arriveremo in corrispondenza della Fontana dell’Acqua Felice (detta del Mosè ridicolo) e in Piazza San Bernardo, uno spazio urbano piccolo ma in cui è possibile trovare tre chiese con tre storie completamente diverse tra loro: la Chiesa di San Bernardo, la Chiesa di Santa Susanna alle Terme di Diocleziano e la Chiesa di Santa Maria della Vittoria.

La Chiesa di San Bernardo ci appare abbastanza anonima, quasi nascosta da palazzi moderni, ma in realtà questa chiesetta è una delle tante chiese ricavate dai resti delle antiche strutture delle Terme di Diocleziano, per la precisione da uno spheristerium (sala per i giochi con la palla). La stessa decorazione interna trae ispirazione e ricorda quella della basilica di Massenzio nel Foro Romano.

Attraversando la strada è possibile ammirare la Chiesa di Santa Susanna alle Terme di Diocleziano che, come si evince dal nome, è probabile che sia stata costruita sui resti dell’antico impianto romano delle Terme di Diocleziano, o di un edificio romano di epoca imperiale del III secolo delle immediate vicinanze alle terme, identificato come probabile luogo di martirio della santa. Il legame con la casa è dato anche dal suo originario nome duas domos (cioè “presso le case” di Gabinio e Caio). L’attuale facciata della Chiesa di Santa Susanna alle Terme di Diocleziano è opera di Carlo Maderno (famoso soprattutto per aver completato la facciata della Basilica di San Pietro) ed è considerata come il primo esempio pienamente realizzato di architettura barocca, e ne costituisce il momento di passaggio dal tardo Manierismo romano all’inizio del Seicento. Infatti, è possibile cogliere alcune intuizioni che sembrano anticipare le ricerche barocche sul tema della visione e del rapporto con il contesto urbano.

Questo elemento che caratterizzerà l’arte romana in questo secolo si può cogliere del graduale avanzare verso l’esterno della facciata della chiesa nella sua parte centrale, una sorta di anticipazione del tema della facciata sinusoidale borrominiana, che l’artista otteneva attraverso passaggi realizzati non attraverso forme concavo-convesse, ma attraverso scatti successivi degli elementi strutturali, tesi a rafforzare l’asse centrale del tempio.

Potete infatti notare come partendo dalla base (primo ordine) si passi da lesene (elementi decorativi) appena percepibili sulla facciata della chiesa per poi passare ad un primo avanzamento degli elementi che si può notare con colonne ad alveolo ed infine con colonne tutto tondo, che delimitano il portale disposte in modo gradualmente emergente verso il centro. Lo stesso gioco si può fare all’inverso come processo di rarefazione degli elementi architettonici dal centro all’esterno. Naturalmente si è ancora lontani dalla ricerca dell’infinito, o alle forme aperte tipiche di questo periodo, ma l’architetto ha lasciato spunti importanti per i suoi allievi e per l’esplosione di questo stile.

Sul lato destro della Chiesa di Santa Susanna alle Terme di Diocleziano è possibile notare una chiesa simile nelle forme ma diversa nella storia e nel contenuto, la Chiesa di Santa Maria della Vittoria che vi abbiamo già segnalato tra i luoghi da visitare nelle vicinanze della Stazione Termini. La chiesa questo nome a seguito della vittoria nella battaglia della Montagna Bianca (presso Praga) durante la Guerra dei Trent’anni, che vide una temporanea vittoria delle truppe cattoliche su quelle protestanti. Ancora oggi, è possibile infatti ammirare sull’altare maggiore della chiesa un’icona della Madonna proveniente dalla Boemia. La chiesa venne progettata dall’architetto Carlo Maderno, mentre la facciata si deve attribuire a Giovanni Battista Soria, che volle ricollegarsi al prospetto della vicina Chiesa di Santa Susanna anche questa suddivisa su due ordini, con un timpano triangolare alla sommità.

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Mentre gli esterni della Chiesa di Santa Susanna e della Chiesa di Santa Maria della Vittoria hanno delle similitudini, gli interni invece sono molto diversi. Nella Chiesa di Santa Maria della Vittoria è possibile ammirare opere di grandi artisti che hanno caratterizzato del tardo ‘500 e soprattutto gli inizi del ‘600 come Domenico Guercino e Guido Reni. L’opera che però rende famosa questa chiesa è sicuramente una scultura di Gian Lorenzo Bernini, L’Estasi di Santa Teresa d’Avila.

L’estasi di Santa Teresa d’Avila è l’opera che forse meglio esprime il concetto di Barocco e nello specifico del ‘600 romano. Infatti, anche se il gruppo scultoreo dell’Estasi di Santa Teresa d’Avila è collocato sull’altare del transetto sinistro, quindi in posizione decentrata, l’opera tende ad attrarre lo spettatore anche grazie all’effetto accentuato dai palchetti laterali, dai quali si sporgevano i committenti dell’opera, i membri della famiglia veneziana dei Cornèr, in particolare il cardinale veneziano Federico Cornèr (o Cornaro). La cappella della Chiesa di Santa Maria della Vittoria è costruita in modo da far integrare elementi artificiali della struttura ad elementi naturali, come la luce che scende da una finestra sul soffitto, ma invisibile dal punto di osservazione, creando un effetto soprannaturale e soprattutto teatrale tipico di quest’epoca.

Per oggi interrompiamo qui la nostra passeggiata alla scoperta delle Chiese barocche di Roma, la seconda parte del nostro itinerario al prossimo articolo del nostro blog. Seguite il nostro blog per scoprire tante altre storie di Storia della Città Eterna, e seguiteci anche sulle reti sociali, siamo molto attivi su Instagram e soprattutto con la nostra community Facebook.

Se invece siete interessati a scoprire altri aneddoti su luoghi, personaggi e vicende della Città Eterna potete contattarmi per una visita guidata privata o di gruppo, scegliendo tra uno dei miei tanti tour e visite guidate a Roma e provincia, o chiedendomi di portarmi in altre destinazioni romane, incluse quelle meno battute dalle folle di turisti.

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