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Il blog di Fabio Salemme su RomaGuideTour.it

Itinerari Fuori Roma: da Ciampino verso i Castelli Romani

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Chi arriva o parte dall’aeroporto di Ciampino spesso ha a disposizione solo qualche ora prima di partire o di prendere possesso del proprio alloggio. Questi “mini itinerari Ciampinesi”sono pensati proprio per chi arriva o parte da Roma e non vuole sprecare il suo tempo sfruttando ogni minuto del proprio soggiorno a Roma e nei suoi dintorni.

Arrivando all’aeroporto di Roma Ciampino potete raggiungere agevolmente sia Roma sia i Castelli Romani. Uscendo fuori dall’aeroporto potete trovare taxi e noleggio con conducente che vi possono portare allo stesso prezzo a Roma o nella campagna romana, in soli 30 minuti (traffico permettendo). In alternativa c’è una soluzione meno dispendiosa, dato che ci sono frequenti autobus (linea 520) che collegano Ciampino con la Metro linea A e quindi con il centro di Roma, oppure se la vostra meta sono i Castelli Romani potete raggiungerli agevolmente con gli autobus delle linee extraurbane Cotral. In entrambi casi potete anche scegliere di prendere il treno dalla stazione ferroviaria di Ciampino.

Con il nostro ultimo articolo vi abbiamo suggerito dei percorsi da esplorare in direzione di Roma partendo da Ciampino. Oggi invece vi portiamo nell’altra direzione, da Ciampino verso i Castelli Romani.

ITINERARIO VERSO I CASTELLI ROMANI

Se arrivate all’aeroporto di Ciampino e avete scelto una città dei Castelli Romani per il vostro soggiorno, o semplicemente volete avventurarvi a visitare qualche città dei Castelli Romani e la campagna romana prima di visitare Roma, questo mini itinerario in 3 tappe è quello che fa per voi.

PRIMA TAPPA: MARINO LAZIALE

Uscendo dall’aeroporto potete raggiungere agevolmente la fermata bus Cotral oppure prendere il treno dalla vicina stazione di Ciampino per raggiungere le città di Marino Laziale, Castel Gandolfo e Albano Laziale, un itinerario ancora più accattivante se fatto in treno, in quanto è possibile godere di scorci paesaggistici veramente unici. Se avete opzionato per il treno la prima fermata è Marino Laziale.

Situata a sud della capitale, sui Colli Albani, stretta tra Rocca di Papa, Castel Gandolfo e Grottaferrata, la città di Marino Laziale è stata per tutto il Medioevo un importante avamposto militare sull’Agro Romano, un frequentato luogo di villeggiatura ed un importante centro commerciale grazie alla sua posizione strategica sulla strada che collegava Roma e Napoli, frequentatissima e molto trafficata fino alla riapertura della più rapida Via Appia Nuova verso la fine del 1700.

Marino Laziale è una piccola cittadina dei Castelli Romani ma anche una delle più estese e popolose dei castelli, famosa soprattutto per la Sagra dell’Uva. La sagra è la festa tradizionale, che ricorre ogni prima domenica di ottobre; fu istituita nel 1925 per iniziativa del poeta Leone Ciprelli e da allora è stata puntualmente organizzata ogni anno. Tuttavia a seconda dei cambiamenti delle giunte comunali e delle disponibilità economiche, i festeggiamenti possono cominciare un mese prima come non cominciare affatto. Negli ultimi anni, l’animazione inizia il giovedì o il venerdì e si protrae non oltre il lunedì della “Sagretta“, usanza voluta dai marinesi come replica meno affollata della festa tanto amata. Oltre agli eventi della domenica, ci sono altri eventi fissi stabiliti il sabato della vigilia e il lunedì della “Sagretta”.

Le radici della Sagra dell’Uva di Marino tuttavia affondano in accadimenti storici precedenti: in coincidenza di questa festa profana si tiene la festa religiosa altrettanto importante e più antica, quella della Madonna del Rosario. La festa è celebrata ogni anno per commemorare la vittoria della Lega Santa contro l’Impero ottomano nella battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571. Il programma della Sagra dell’Uva di Marino è frutto di ottant’anni di esperienza, di esperimenti e di cambiamenti. Generalmente, ormai da diversi anni, si segue un programma prestabilito senza apportare significative variazioni. Il nucleo centrale della festa è la domenica pomeriggio, con la ricorrenza profana e il “miracolo“,

Il “miracolo di Marino è l’evento centrale della Sagra dell’Uva. In questa occasione dalla fontana principale della città, la Fontana dei Quattro Mori (detta anche “degli Schiavi“) sgorga vino anziché acqua. Questo evento miracoloso che si ripete ogni anno non è una tradizione unica di Marino, in quanto si possono trovare diversi precedenti di eventi simili a Roma e altrove. Ad esempio a Roma in due occasioni, nel 1644 per l’elezione di Papa Innocenzo X e nel 1670 per l’elezione di Papa Clemente X, le fontane alla base della scalinata del Campidoglio diedero vino per lo stupore della popolazione. C’è però da dire che il “miracolo” di Marino, anche grazie alla sua costanza negli anni, è oggi quello più famoso in Italia.

Negli ultimi anni, per motivi di ordine pubblico e a causa della grande affluenza di partecipanti alla sagra, la distribuzione del vino avviene anche in altre fontane della città di Marino, come la Fontana del Tritone in piazza San Barnaba, e tante altre; di fatto, in alcuni anni dall’affluenza particolarmente numerosa, sono spesso state installate delle fontane posticce anche agli angoli delle strade. Una curiosità: la fontana centrale del miracolo fu realizzata nel 1636 su progetto di Pompeo Castiglia per volere del principe Filippo I Colonna, che voleva commemorare la vittoria sui Turchi ottenuta dal suo avo Marcantonio II Colonna. Sulla fontana è infatti possibile riconoscere otto turchi o mori, uomini e donne, denudati e incatenati ad una colonna di marmo, simbolo araldico della famiglia Colonna.

SECONDA TAPPA: CASTEL GANDOLFO

Se invece proseguite dopo Marino Laziale costeggiando il cratere del Lago Albano, arriverete alla città di Castel Gandolfo, una delle più piccole dei Castelli Romani sia per estensione che per popolazione, ma città amosissima perché qui si trovano i palazzi della residenza estiva del Papa.

Castel Gandolfo è nfatti celebre per essere stata la residenza estiva dei pontefici almeno fino a Benedetto XVI; oggi i palazzi e giardini sono stati riconvertiti in spazi museali aperti al pubblico. Tra le cose più suggestive da visitare a Castel Gandolfo sicuramente il c’è il Palazzo Apostolico che domina la piazza della cittadina, dove è possibile ammirare le sale che una volta accoglievano il pontefice durante il suo soggiorno estivo e che avevano anche la funzione di sale di rappresentanza o istituzionale per permettere al pontefice di continuare a governare, anche se assente dal Palazzo Vaticano. Tra le stanze più caratteristiche sicuramente la camera da letto del papa utilizzata durante la seconda guerra mondiale per fa nascere i figli del papa, infatti questa camera fu utilizzata come sala parto per tutte le donne gravide alloggiate nel palazzo e i suoi spazi.

Altro ambiente molto caratteristico è sicuramente la biblioteca, che è divisa da un grosso muro isolante che separa la parte pubblica da quella privata, e precede lo studio del papa e tutti gli altri uffici collegati ai servitori del papa, dal segretario al cameriere particolare. Una volta visitato il palazzo si può proseguire la visita nei giardini arrivando fino ai Giardini di Villa Barberini, un complesso di edifici e giardini che supera come estensione quello della città del Vaticano di 44 ettari.

 

TERZA TAPPA: ALBANO LAZIALE

Lasciando Castel Gandolfo si arriva ad Albano Laziale, il più popoloso dei quattordici comuni “storici” dei Castelli Romani, il secondo se si considera Velletri. L’origine del nome Albano è ancora oggi fonte di discussioni perché si fa risalire l’origine a diversi nomi e storie. Ad esempio in epoca romana il territorio dell’attuale Albano Laziale era chiamato Albanum, così infatti erano chiamate infatti le tenute dei ricchi romani sui Colli Albani (Ager Albanus), mentre Castra Albana sarà il nome dell’accampamento voluto dall’imperatore Settimio Severo, entro i confini dell’antico fondo Albanum posseduto in precedenza dall’imperatore Domiziano, che qui si fece costruire la sua villa e che Settimio Severo riutilizzò per alloggiare la II legione Partica. Altre ipotesi, si può ricollegare all’aggettivo latino albus (“bianco”) o al greco (“cenere”) e quindi al colore predominante delle rocce di questo territorio collegato alla celebre città di Alba Longa, l’antica capitale latina, la cui localizzazione ancora oggi non è nota con certezza, ma che anticamente si voleva collocare nei luoghi del nucleo urbano della moderna Albano Laziale.

Se vi lasciate alle spalle il corso principale di Albano Laziale, all’altezza della Chiesa di San Pietro, costruita sui resti di un antico impianto termale utilizzato dai legionari della II legione partica all’esterno della recinto del Casta. La parte antica della città di Albano Laziale si sviluppa proprio sopra i resti del Castra sviluppandosi verso l’alto nel tipico tridente e avvicinandosi quanto più possibile alla strada che collegava Roma con Napoli già citata quando abbiamo parlato di Marino Laziale.

Seguendo il tridente è possibile trovare altri monumenti molto interessanti come la Chiesa della Rotonda che sorge sopra i resti di un ninfeo collegato ad parte della villa di Domiziano, i cisternoni serbatoi che servivano per l’approvvigionamento idrico dei Castra e dei suoi legionari, cisterna che ancora oggi è funzionante e serve per alimentare le fontane pubbliche. Infine, uscendo dal recinto ad est si possono trovare i resti di un Anfiteatro che come l’impianto termale era ubicato fuori dalle mura probabilmente per ragioni di sicurezza.

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