Come abbiamo già ricordato negli articoli precedenti dedicati ai pellegrinaggi medievali, il viaggio compiuto da pellegrini e mercanti spesso poteva durare vari mesi se non anni; le distanze potevano anche essere importanti e questo poteva portare il viaggiatore a scoprire lungo il suo cammini piccoli villaggi legati a signorotti e nobili famiglie che li gestivano come un carucate, ossia l’estensione di terra che otto buoi potevano arare in una stagione.

Intorno ai villaggi o nelle immediate vicinanze si potevano trovare torri o abitazioni fortificate del signore che gestiva quelle terre. Il castello infatti nasce agli inizi del XI sec come risposta al vuoto di potere lasciato dalla dissoluzione dell’impero Carolingio.

il protagonista di questo cambiamento sarà la torre con motta. La struttura della torre con motta è solo una delle tante strutture difensive che caratterizzavano il panorama europeo, in questo caso nella Francia settentrionale. In tutta l’Europa il processo di autodifesa è inarrestabile ma non segue soltanto le regole della torre su motta. Ad esempio, in aree geografiche dove la presenza delle vestigia legate alla Roma antica era ancora forte, membri dell’aristocrazia guerriera locale fortificavanno città di antichissima memoria o costruendo castellari novi. Anfiteatri romani ormai inutilizzati verranno riadattati, oppure smantellati e con i materiali si edificheranno moderne strutture.

In Italia, in Spagna, nella Francia del Sud, in Polonia, la forma principale di fortificazione è il castrum popolatum, una residenza signorile e case di popolani racchiusi in un recinto più o meno robusto, spesso sorgevano su di altura, quando possibile, oppure sfruttando le anse dei fiumi o appunto sfruttando antiche rovine dalle mura massicce. Praticamente si ripropone ciò che già era accaduto dalla tarda antichità nelle città preesistenti, dove la popolazione si contrasse verso nuclei meglio difendibili: l’oppidum o la residenza del vescovo.

Parlando di fortificazioni nate dalle antiche vestigia romane non possiamo non citare il caso dei Frangipane, una delle famiglie più importanti di Roma medievale. Insieme ai Crescenzi, ai Pierleoni ed ai Savelli, i Frangipane si contesero la supremazia sulla città, dividendola, non solo in aree di influenza, ma in veri e propri territori delimitati da mura, al cui interno realizzarono le loro cittadelle.

Anche i Frangipane scelsero dei siti elevati e tutt’intorno costruirono delle mura e delle alte torri che servivano per osservare i movimenti degli avversari. Il motivo del contendere era il controllo della Curia e dei privilegi che erano connessi alla concessioni commerciali ed allo sfruttamento delle terre pontificie.

I territori collegati alla famiglia Frangipane si potevano delineare nella zona del loro feudo, collocato sul Palatino e a protezione del quale avevano costruito le mura, inglobando lungo il perimetro della sua cittadella i monumenti dell’antica Roma. La cittadella fu completata nel 1144 e comprendeva il Colosseo (che divenne una fortezza la cui prima testimonianza data al 1133), l’Arco di Costantino, l’Arco di Tito, e il Septizonio.

La famiglia dei Frangipane era divisa in tre rami, di cui uno si era stabilito in Trastevere, un altro controllava la zona del Circo Massimo e sud-orientale del Palatino, e un altro s’insediò nella sella tra Palatino e Velia e cinse l’intero Foro Romano, inglobando l’Arco di Tito. che divenne una porta ma sulla quale si costruì anche in elevazione per disporre di una torre (Turris Chartularia).

C’è da dire che i Frangipane avevano costruito molte altre torri, tanto che tutta l’area del Foro veniva chiamata Campo Torrecchiano. Di queste torri è rimasto il ricordo del nome e della posizione che occupavano, come quella che sorgeva vicino alla Colonna di Foca chiamata la Torre del Campanaro, mentre a ridosso del Tempio di Antonino e Faustina svettava la Torre in Miranda, e nei pressi della Chiesa dei SS. Cosma e Damiano c’era la Torre dell’Inserra. Della fortificazione faceva parte anche l’Arco di Settimio Severo, che era stato inglobato nel perimetro della cinta muraria e vi era stata appoggiata una Torre dalla Famiglia dei Brachis (alleati dei Frangipane), che rimase in piedi fino al XVIII secolo.

Tutte queste torri con motta disseminate nella città (stime odierne parlano di più di 50 torri) furono costruite dalle più nobili famiglie della città per scopi militari o di semplice controllo. Sicuramente evocavano ricchezza e potere, in un’epoca nella quale era forte il conflitto tra le famiglie e in generale tra Papato e Sacro Romano Impero, come anche le fortune e le sfortune delle famiglie che si schieravano da una parte o dall’altra, e questo ci porta anche a considerare la torre non solo come funzione residenziale, ma anche di temporaneo rifugio in caso di pericolo. Se nn fosse per le dimensioni delle torri, molti potrebbero facilmente paragonare lo skyline della Roma medievale (cosi come molte città medievali, ad esempio Bologna) a quello di Manhattan.

Già sul finire del medioevo molte torri crollarono o furono abbattute, mentre altre furono abbassate, per motivi di sicurezza, e nel corso dei secoli furono poi utilizzate per scopi diversissimi: prigioni, abitazioni, commerci e altro ancora. Buona parte di queste vestigia della città medioevale furono abbattute anche in epoca relativamente recente, durante una stagione di ristrutturazione urbanistica per dare alla Città Eterna il nuovo volto di una capitale europea aperta alla modernità.

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